800.000 euro all’anno: troppo pochi!
Stamattina ascoltavo la radio e durante la rubrica sportiva si dava la notizia del rifiuto di un giovanissimo calciatore (ventenne) di continuare a giocare nel prestigioso club di appartenenza. Motivo? Troppo pochi 800.000 euro all’anno. Il ragazzo pretendeva un superadeguamento di contratto. La notizia veniva dopo altre di acquisti e cessioni supermilionarie di altri calciatori. Con un luogo comune sarebbe troppo comodo affermare che è il sistema ad essere malato. Ma il sistema siamo noi, siamo noi tifosi che alimentiamo certe logiche e facciamo il gioco di milionari imprenditori, il cui unico scopo è quello di guadagnare sempre più, riducendo lo sport a mero affare.
La passione calcistica, la passione sportiva è spesso uno sfogo proprio per le persone che banalmente definiamo più povere, rappresentando una sorta di dreamland, un luogo in cui i sogni di persone che, per lo più provengono da contesti anche disagiati, trovano forma e remunerativa sostanza. Ma siccome 1 su mille ce la fa non sarebbe meglio che il calciatore si considerasse un lavoratore come altri?
Non so se il calciatore in questione abbia pensato ai suoi coetanei precari, con tanto di laurea, di specializzazioni, di master ecc, che stentano a guadagnare 1.000 euro al mese o ad avere un lavoro. Se solo riuscissimo a capire che c’è chi specula e guadagna sulle nostre passioni, sul nostro desiderio di evasione dalle difficoltà quotidiane …
Per quanto lo sport sia da sempre, quando animato da sana competizione, un modello educativo eccellente facciamo in modo che i nostri figli non crescano con il mito dei milioni che guadagna il ventenne, ma con l’orgoglio di guadagnare il necessario per vivere dignitosamente!