Ostruzionismo sulle riforme.
Il Parlamento Italiano sembra essere ostaggio del Movimento 5 Stelle, che da oltre 24 ore procede con interventi a raffica, alimentando una seduta fiume che dovrebbe concludersi con il voto finale sul decreto del “fare”.
In estrema sintesi con un disegno di legge costituzionale di delega al Governo, si consentirebbe al comitato dei saggi di insediarsi, per procedere più velocemente sulla via delle riforme. Il nodo del problema sono, dunque, le riforme istituzionali ed in particolare la modfica dell’art. 138 della Costituzione. Modifica propedeutica a tutte quelle riforme che sono a cuore al Capo dello Stato ed al governo Letta, ma che consentirebbe, anche, di poter riscrivere parti essenziali della Costituzione.
Per i grillini si tratta di un vero colpo di stato, di un esautoramento del Parlamento ed è inaccettabile che si discuta di un argomento così delicato prima della pausa estiva senza dare il giusto peso, il giusto spazio ed il necessario tempo.
Ma mi chiedo: quanto tempo ancora deve aspettare l’Italia e devono aspettare gli italiani per queste riforme ormai invocate da decenni e mai attuate? Siamo sicuri che una discussione più lunga, più meditata, porterebbe ad una reale attuazione delle riforme? Che l’Italia ne abbia bisogno sembra essere riconosciuto, in maniera trasversale, da tutti gli schieramenti e allora perchè non procedere?
Mi sembra che, in questo caso, la politica sia ostruzionista per sé stessa. E’ bene ricordare che l’ostruzionismo è uno strumento democratico tutelato dalla Costituzione, spesso l’unico strumento a disposizione delle minoranze per far ascoltare la propria voce. E’ oltremodo bene ricordare che un paese è governato da una maggioranza, una maggioranza che troppo spesso, negli ultimi tempi, ricorre all’istituto della fiducia e che al suo interno ha anime troppo diverse e divise perchè non tremi ad ogni minima scossa. Ma è pur sempre una maggioranza di governo!
In una situazione del genere, sappiamo come è nato questo governo e sappiamo quanto sia necessario sostenerlo per evitare ulteriore instabilità e precarietà, più che ostruzionismo ideologico, dannoso e bloccante per l’intero paese, sarebbe il caso di attuare una politica del confronto e della proposta, lontana da insulti, da urla e improperi. L’essenza della politica, di quella democratica, sta nel riconoscersi vicendevolmente, nel riconoscere e rispettare i propri ruoli e le proprie prerogative. Finora il M5S, bravo nel vivacizzare e ridestare l’interesse politico dei e nei cittadini, non ha dimostrato la stessa bravura nel partecipare concretamente a soluzioni di governo. Mi risulta difficile pensare che tutto di tutti sia sbagliato e che le soluzioni possano venire solo da Grillo e dai suoi sostenitori.